
Fatica cronica, gonfiore intestinale dopo i pasti, digestione lenta, mente annebbiata…
Sono sintomi che tante persone sperimentano ogni giorno, ma che raramente riconducono a una causa unica e profonda. Anzi, spesso vengono normalizzati, giustificati con lo stress o attribuiti a un’alimentazione un po’ disordinata.
Eppure, sempre più studi scientifici e approcci clinici mostrano una verità importante: molti disturbi cronici hanno origine nell’intestino.
Da questa consapevolezza nasce la dieta GAPS (Gut and Psychology Syndrome), un protocollo nutrizionale e terapeutico che propone un modello di guarigione sistemica partendo dalla riorganizzazione del microbiota e dalla rigenerazione della barriera intestinale.
È sede del 70-80% del sistema immunitario, produce oltre il 90% della serotonina (coinvolta nel tono dell’umore) ed è connesso al cervello tramite un dialogo continuo chiamato asse intestino-cervello.
All’interno del tubo digerente vive un ecosistema composto da miliardi di microrganismi — il microbiota intestinale— che svolge funzioni essenziali: produce vitamine del gruppo B e K, modula l’infiammazione e partecipa alla regolazione metabolica e neuroendocrina.
Quando questo ecosistema si altera (fenomeno noto come disbiosi), l’organismo perde la sua capacità di autoregolarsi. Si attivano risposte infiammatorie, si altera la permeabilità intestinale, si indebolisce il sistema immunitario, si modificano perfino il comportamento e la risposta allo stress.
Il protocollo GAPS è stato ideato dalla Dr.ssa Natasha Campbell-McBride, neurologa e nutrizionista clinica, con l’obiettivo di supportare persone affette da disturbi neurologici, comportamentali, immunitari o gastrointestinali.
Il principio centrale è semplice:
“Guarire il corpo e la mente attraverso la guarigione dell’intestino.”
Il presupposto è che molte condizioni (dall’ansia alla depressione, dall’ADHD all’autismo, dalle malattie autoimmuni ai disturbi digestivi cronici) siano collegate alla presenza di disbiosi e di un’eccessiva permeabilità intestinale. Quando la barriera intestinale è compromessa, frammenti di cibo non digerito, tossine microbiche (come le endotossine) e metaboliti tossici possono attraversarla e raggiungere il flusso ematico, provocando una risposta infiammatoria sistemica.
Questa fase agisce come un “reset intestinale”. L’obiettivo è calmare l’infiammazione, proteggere la mucosa e ripristinare una flora benefica, eliminando temporaneamente gli alimenti pro-infiammatori o troppo complessi da digerire.
Gli alimenti chiave includono:
Brodi di ossa: ricchi di glutammina, collagene e minerali, fondamentali per la riparazione della barriera intestinale
Verdure cotte e filtrate: facilmente assimilabili, a basso contenuto di fibre irritanti
Grassi stabili e nutrienti come burro chiarificato (ghee) e olio di cocco
Alimenti fermentati vivi: introdotti gradualmente per ripopolare il microbiota con ceppi probiotici naturali (yogurt, kefir, crauti fatti in casa)
Durante questa fase si riducono drasticamente cereali, zuccheri raffinati, legumi, latticini industriali e tutte le sostanze che possono fermentare e nutrire batteri patogeni o lieviti come la candida.
Una volta stabilizzata la mucosa e riequilibrato l’ambiente intestinale, si inizia la reintroduzione progressiva degli alimenti esclusi.
Non esiste un calendario prestabilito: ogni inserimento avviene in base alla tolleranza individuale. Un alimento viene introdotto in piccole dosi, si osservano le reazioni per alcuni giorni, e solo in assenza di sintomi si aumenta la quantità.
L’obiettivo non è la restrizione a lungo termine, ma il recupero della tolleranza alimentare attraverso un’intestino più competente.
Sebbene la ricerca scientifica sia ancora in corso, l’esperienza clinica e i dati preliminari indicano risultati promettenti:
Riduzione di gonfiore, gas, diarrea o stitichezza
Stabilità dell’umore, riduzione di ansia e brain fog
Aumento dell’energia e della lucidità mentale
Riduzione della reattività alimentare e infiammatoria
Miglioramento di sintomi dermatologici, respiratori e immunitari
L’aspetto più interessante è che i benefici si manifestano a livello sistemico, proprio perché la base è l’infiammazione cronica di basso grado, spesso legata all’intestino.
Il protocollo include anche l’attenzione a fattori non nutrizionali che influenzano l’intestino:
Qualità del sonno e ritmo circadiano
Gestione dello stress attraverso tecniche respiratorie o rilassamento
Evitare tossine ambientali: detergenti aggressivi, pesticidi, contenitori in plastica, metalli pesanti
Connessione con il cibo: imparare a cucinare, fermentare, preparare pasti veri
Anche il tempo in cucina diventa parte della cura: scegliere ingredienti, preparare brodi o fermentati, ridà al paziente il controllo sulla propria alimentazione e sulla propria guarigione.
Il protocollo può essere adatto a chi soffre di:
Disbiosi intestinale
Sindrome dell’intestino irritabile (IBS)
Intolleranze alimentari multiple
Malattie autoimmuni
Ansia, depressione, brain fog
Disturbi neurocomportamentali (ADHD, autismo)
Stanchezza cronica o fibromialgia
Attenzione: trattandosi di un percorso complesso, è sempre raccomandato seguire la dieta GAPS con il supporto di un nutrizionista esperto. Il protocollo GAPS non è una moda. È un percorso terapeutico complesso, graduale e trasformativo.
Non si limita a ridurre i sintomi, ma cerca di risalire alla causa: un intestino infiammato, permeabile e disbiotico.
E il vero cambiamento non è solo nel sintomo che scompare, ma nella consapevolezza di potersi prendere cura di sé in modo profondo, stabile e duraturo.
Mayer EA, et al. Gut–brain axis: How the microbiome influences anxiety and depression. Trends Neurosci. 2011
Bischoff SC, et al. Intestinal permeability – a new target for disease prevention and therapy. BMC Gastroenterology. 2014
Fasano A. Zonulin and its regulation of intestinal barrier function: the biological door to inflammation, autoimmunity, and cancer. Physiol Rev. 2011
Ziegler TR, et al. Glutamine and intestinal barrier function. Curr Opin Clin Nutr Metab Care. 2003
Marco ML, et al. Health benefits of fermented foods: microbiota and beyond. Curr Opin Biotechnol. 2017
Vighi G, et al. Allergy and the gastrointestinal system. Clin Exp Immunol. 2008
Natasha Campbell McBride:
Gut and Psychology Syndrome (2004, Medinform Publishing)
Gut and Physiology Syndrome (2020, Medinform Publishing)
Put Your Heart in Your Mouth (2007, Medinform Publishing)
GAPS™ Stage by Stage with Recipes (2023, GAPS Books)
Le informazioni sulle diete sono fornite dalla dott.ssa Jessica Inserra. Prima di adottare qualsiasi dieta, consultare il proprio professionista di fiducia.
Copyright © 2023 Dott.ssa Jessica Inserra
Powered with ❤️ by SocialDev