Acne che non passa

E se fosse collegata all'intestino?

Dietro i brufoli che compaiono sul viso, sulla schiena o sul petto si nasconde un’alterazione profonda nella comunicazione tra intestino e sistema immunitario che può riflettersi sulla pelle in modo evidente.

Per troppo tempo l’acne è stata trattata come un disturbo localizzato, da risolvere con creme, antibiotici o trattamenti topici. Ma oggi sappiamo che in moltissimi casi la salite della pelle deriva dalla funzionalità dell’apparato digerente. Ed è lì, nel microbiota e nella barriera intestinale, che va cercata la vera radice del problema.


Il microbiota intestinale: l’equilibrio che si riflette sulla pelle

Il nostro intestino ospita un ecosistema di trilioni di batteri, noti come microbiota, che svolgono un ruolo centrale nel regolare l’infiammazione, la digestione, l’assorbimento dei nutrienti e la funzione immunitaria.

Quando questa comunità batterica perde il suo equilibrio (disbiosi), possono verificarsi alterazioni sistemiche: aumento della permeabilità intestinale, attivazione cronica del sistema immunitario e produzione di metaboliti pro-infiammatori.
Tutti questi fattori possono contribuire all’insorgenza o al peggioramento dell’acne.

Alcuni studi hanno dimostrato che le persone con acne presentano frequentemente una minor diversità batterica intestinale e un aumento di batteri patogeni o infiammatori.



Intestino permeabile e infiammazione silente

Un intestino in disbiosi spesso sviluppa anche una condizione chiamata aumentata permeabilità intestinale, nota anche come “leaky gut”.
In pratica, la barriera intestinale perde la sua capacità selettiva, permettendo il passaggio nel sangue di molecole che non dovrebbero superarla: frammenti batterici, tossine alimentari e peptidi immunogeni.

Questa esposizione costante a stimoli infiammatori scatena una reazione immunitaria sistemica che si manifesta anche sulla pelle, sotto forma di acne infiammatoria, microcisti e pustole.

Inoltre, questa infiammazione può alterare il funzionamento delle ghiandole sebacee, aumentandone l’attività e modificando la composizione del sebo, rendendolo più denso, ossidato e comedogenico.

 


Come può l’alimentazione influire sulla pelle?

L’alimentazione è uno dei principali fattori che influenzano la composizione del microbiota e l’attività infiammatoria sistemica.

Diete ricche di zuccheri semplici, farine raffinate, latticini e alimenti ultra-processati sono correlate a:

  • aumentata produzione di IGF-1 (insulin-like growth factor), che stimola la produzione di sebo e la proliferazione delle cellule follicolari;

  • picchi glicemici che favoriscono l’infiammazione e l’ossidazione lipidica;

  • proliferazione di batteri intestinali disbiotici fermentativi, che producono metaboliti pro-infiammatori (come lipopolisaccaridi e fenoli tossici).

Al contrario, una dieta ricca di fibre prebiotiche, polifenoli, zinco, acidi grassi omega-3 e alimenti fermentati può modulare positivamente il microbiota e ridurre la reattività cutanea, sostenendo la barriera intestinale e immunitaria.


Non dimentichiamo che l’intestino è anche un organo endocrino e metabolico, coinvolto nella regolazione degli ormoni attraverso il microbiota e la funzione epatica.

Un microbiota in equilibrio contribuisce alla detossificazione degli ormoni in eccesso, in particolare degli androgeni e degli estrogeni.
Quando questo equilibrio si rompe, l’organismo può accumulare ormoni attivi non metabolizzati, che agiscono a livello cutaneo, stimolando la comparsa di acne ormonale, tipica della zona mandibolare e del mento.

Inoltre, la disbiosi può alterare l’asse intestino-cervello, favorendo ansia e stress cronico, due fattori che aumentano il cortisolo e peggiorano la reattività infiammatoria cutanea.



E se l’acne fosse un sintomo intestinale?

Se stai affrontando un’acne resistente ai trattamenti topici, in età adulta o che peggiora dopo i pasti, durante periodi di stress o dopo l’assunzione di antibiotici, potresti trarre grande beneficio da un approccio che parta dall’intestino. Porta l’attenzione a questi segnali:

  • acne associata a gonfiore, irregolarità intestinale o intolleranze alimentari;

  • peggioramento cutaneo dopo l’uso di antibiotici o la sospensione della pillola anticoncezionale;

  • storia di candida, SIBO o permeabilità intestinale;

  • acne che migliora durante percorsi di detossificazione o alimentazione anti-infiammatoria.

 
Trattamenti per l’acne: efficaci in superficie, ma cosa succede dentro?

Quando compare l’acne, la prima reazione è quasi sempre cercare una soluzione rapida e visibile: creme, peeling, antibiotici o farmaci che “asciughino” il brufolo.
E per quanto questi trattamenti possano dare un sollievo temporaneo, agiscono solo in superficie, senza affrontare le cause sistemiche che alimentano l’infiammazione.

Molte terapie topiche contengono principi attivi come retinoidi o acidi esfolianti che migliorano la grana della pelle, riducono la produzione di sebo e contrastano la proliferazione batterica. 

Tuttavia, se l’intestino rimane in uno stato di disbiosi o permeabilità, i processi infiammatori che generano i brufoli continuano a essere alimentati dall’interno.

Ancora più delicata è la questione degli antibiotici, spesso prescritti per l’acne infiammatoria. Se da un lato possono ridurre i batteri cutanei come il Cutibacterium acnes, dall’altro lato distruggono anche gran parte della flora batterica intestinale benefica, alterando profondamente il microbiota.

Questo squilibrio può favorire la comparsa di disbiosi, SIBO o infezioni fungine, aggravando ulteriormente il terreno infiammatorio e rendendo l’acne più recidivante nel tempo.

Per questo motivo, è importante affiancare ai trattamenti estetici un lavoro di ricostruzione — nutrizionale, probiotico e anti-infiammatorio — in modo da sostenere la pelle a partire dalla sua radice biologica più profonda: l’intestino.

 

Sostegno alimentare:

Dal punto di vista alimentare devono essere attuate modifiche che puntino alla riduzione di zuccheri  e farine raffinate e latticini bovini industriali di scarsa qualità, sostituibili con kefir d’acqua o di capra e yogurt di capra fermentato in casa almeno 24h e accompagnato a una colazione bilanciata che non infiammi l’intestino (aggiungere i fermentati solo in assenza di SIBO)

Inoltre, con gradualità, aumentare le fibre solubili da verdure cotte e tuberi per favorire l’evacuazione, accompagnando il tutto a brodi di carne e verdure amare per supportare il fegato nella detossificazione.

 

Sostegno del microbiota:

  • probiotici selezionati e mirati (Lactobacillus rhamnosus, Bifidobacterium breve);

  • prebiotici non irritanti (gomma di acacia e Nutriose);

  • cura del “terreno” intestinale con integratori come glutammina, zinco e vitamina A.


Approccio integrato:

  • gestione dello stress e supporto del tono vagale;

  • regolarizzazione ormonale con fitoterapici specifici se necessario;

  • attenzione a eventuali SIBO o disbiosi fermentative, che possono peggiorare l’acne infiammatoria.

Curare l’acne senza ascoltare l’intestino è come silenziare un allarme senza spegnere l’incendio.

Solo attraverso un approccio che integra pelle, intestino, ormoni e stile di vita possiamo davvero aiutare il corpo a ritrovare equilibrio e bellezza dall’interno.
Se senti che il tuo intestino “parla” attraverso la pelle, non ignorarlo: potrebbe essere proprio lì la chiave per una pelle finalmente libera.

 


Bibliografia
  • Bowe WP, Logan AC. Acne vulgaris, probiotics and the gut-brain-skin axis. Gut Pathogens. 2011

  • De Luca C et al. Nutrition and skin health. Dermatoendocrinol. 2020

  • Salem I, Ramser A, Isham N, Ghannoum MA. The gut microbiome as a major regulator of the gut-skin axis. Front Microbiol. 2018

  • Arck P, Slominski A, Theoharides TC et al. Neuroimmunology of the skin: basic concepts and clinical implications. J Invest Dermatol. 2006


Le informazioni sulle diete sono fornite dalla dott.ssa Jessica Inserra. Prima di adottare qualsiasi dieta, consultare il proprio professionista di fiducia.

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