La Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel

Tutti i legami con l'intestino

In un terreno ormai inquinato da metalli pesanti, spopolano dermatiti, gonfiore cronico e problemi intestinali che non trovano una soluzione. Ma oggi si sa qualcosa in più: tra le molte persone che convivono con questa condizione, anni di ricerca e studio hanno portato  a un nome ben preciso: la Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel (SNAS).

Non si tratta di una semplice allergia da contatto, ma di un disturbo immunitario sistemico che coinvolge intestino, pelle, sistema nervoso e immunità, spesso confuso con altre patologie funzionali come IBS, istaminosi, allergie alimentari o disturbi psicosomatici.


Cos’è la SNAS?

Il nichel è presente in natura, nel suolo, nell’acqua, in oggetti di uso quotidiano come monete, gioielli, utensili da cucina, ma anche in moltissimi alimenti – in particolare di origine vegetale. La sua presenza costante lo rende praticamente inevitabile. Tuttavia, non tutti reagiamo allo stesso modo: in alcuni soggetti predisposti, l’esposizione ripetuta a questo metallo può attivare una risposta immunitaria anomala.

A differenza di una classica allergia alimentare (IgE-mediata), la SNAS è una reazione cellulo-mediata, di tipo ritardato. Coinvolge i linfociti T e innesca un’infiammazione diffusa che può manifestarsi in modo molto eterogeneo: dalla pelle all’intestino, dal sistema nervoso all’apparato urinario. È un disturbo difficile da incasellare, perché i sintomi si presentano spesso a distanza di ore dal contatto o dall’ingestione e coinvolgono più sistemi.


I segnali da non ignorare

Chi soffre di intolleranza al nichel spesso si sente “strano”, nel senso clinico del termine. I sintomi sono reali, ma sembrano sfuggire a una spiegazione semplice. Le analisi risultano nella norma, le intolleranze classiche non ci sono, eppure il corpo parla, con fastidi che si ripresentano ciclicamente, specie dopo i pasti.

Tra i segnali più comuni troviamo manifestazioni dermatologiche come eczema, orticaria o prurito diffuso, ma anche disturbi intestinali persistenti: gonfiore, alvo alterno, dolore post-prandiale, digestione rallentata. Alcuni riferiscono anche cefalee ricorrenti, affaticamento cronico, irritabilità, insonnia o cistiti apparentemente “non batteriche”.

Questa varietà sintomatologica ci fa capire che la SNAS non è solo una reazione locale, ma il segno di un sistema immunitario disorientato e di un intestino che ha perso la sua funzione principale: filtrare, tollerare e proteggere.

 


L’intestino come epicentro della (in)tolleranza

Nel linguaggio della medicina funzionale, l’intestino è  il centro immunologico del corpo, l’organo che ospita il nostro microbiota e che regola costantemente la comunicazione tra mondo esterno e interno.

Quando l’intestino è in salute, la sua mucosa rappresenta una barriera intelligente, capace di distinguere tra nutrienti utili e sostanze potenzialmente dannose. Ma in presenza di disbiosi, infiammazione cronica o aumentata permeabilità intestinale, questa barriera si indebolisce.

È in questo contesto che il nichel – normalmente tollerato – diventa un problema. Le sue molecole attraversano la mucosa in modo anomalo, attivano cellule immunitarie e innescano una risposta infiammatoria sistemica. Si parla, in questi casi, di “perdita della tolleranza”, una condizione che si osserva sempre più frequentemente nei disturbi cronici, autoimmuni e allergici.

Inoltre, un microbiota disbiotico non è in grado di modulare la risposta al nichel, anzi, contribuisce a peggiorarla. Alcuni ceppi batterici producono istamina o sostanze pro-infiammatorie, amplificando la sensibilizzazione e la reattività del corpo.

 

Il primo passo è riconoscere l’intolleranza: in presenza di sintomi multisistemici non spiegati da altre patologie, il sospetto deve essere tenuto in considerazione, soprattutto se si notano peggioramenti dopo il consumo di alcuni alimenti notoriamente ricchi di nichel.

Nel trattamento, la strategia più diffusa è una dieta a basso contenuto di nichel, seguita per un periodo limitato di tempo. Non è necessario (né consigliabile) eliminarlo per sempre: il nichel è ovunque, e una restrizione prolungata può diventare dannosa per il microbiota e per l’equilibrio nutrizionale generale.

Durante la fase acuta, si preferiscono alimenti semplici e poco processati: cereali raffinati come il riso bianco, verdure leggere come finocchi e zucchine, frutta a basso contenuto di fibra come mele e pere, proteine animali fresche e olio extravergine di oliva. Ma, come detto, l’obiettivo non è eliminare per sempre, ma ridurre il carico e dare all’intestino il tempo di guarire.

In parallelo alla dieta, è essenziale agire sulla rigenerazione della barriera intestinale, sulla modulazione del sistema immunitario e sul riequilibrio del microbiota. È qui che entra in gioco la nutrizione funzionale, con l’uso di:

  • sostanze riparatrici della mucosa intestinale (come glutammina e N-acetilglucosamina),

  • antiossidanti e immunomodulatori naturali (quercetina, vitamina C, curcumina),

  • nella fase di chelazione (in grado di legare e rimuovere in modo sicuro i metalli pesanti):

    – Silicio organico naturale e zeolite per intrappolare il nichel e facilitarne l’eliminazione;

    – Clorella e coriandolo, che lavorano in sinergia: il coriandolo mobilita le tossine dai tessuti e la clorella le lega a livello intestinale, evitando che vengano riassorbite; 

  • probiotici selezionati (non istaminogeni),

  • fitoterapici adattogeni per la gestione dello stress, che ha un ruolo chiave nell’infiammazione intestinale.


Come ritrovare la tolleranza? 

Parlare di intolleranza al nichel è, in realtà, parlare di qualcosa di più ampio: di perdita dell’equilibrio tra il corpo e l’ambiente, tra l’intestino e il mondo esterno, tra il sistema immunitario e le sue funzioni di difesa e tolleranza.

Trattare questa condizione significa affrontare la fragilità di un ecosistema interno, spesso alterato da anni di stress, alimentazione disordinata, farmaci, carenze nutrizionali e stili di vita infiammatori. Non basta togliere un alimento per stare meglio: bisogna ricostruire un ambiente interno capace di regolare, filtrare e proteggere.

Il percorso non è breve ma può portare alla remissione dei sintomi e ad un benessere intestinale più stabile, duraturo e consapevole.


Bibliografia
  • Antico A, Soana R. Nickel sensitization and dietary nickel are a substantial cause of symptoms provoked by food intake. Clin Transl Allergy. 2015.

  • Cavani A et al. Human CD25+ regulatory T cells maintain immune tolerance to nickel in healthy individuals. J Immunol. 2010.

  • Ricciardi L et al. Systemic nickel allergy syndrome: epidemiological data from four Italian allergy units. Int J Immunopathol Pharmacol. 2014.

 

Le informazioni sulle diete sono fornite dalla dott.ssa Jessica Inserra. Prima di adottare qualsiasi dieta, consultare il proprio professionista di fiducia.

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